Erano seduti i vecchi
di Marcedusa, in piazza,
erano seduti all’ombra
dell’albero degli avi,
e guardarono lo straniero
che era salito dalla parte del
mare.
“Straniero, che si dice nella
terra
da dove sei partito?”
“Che cosa si dica, io non lo so,
ma so ciò ch’io dico,
dico che gli Arbereschi
di nuovo dovranno risorgere”.
Scuotono la testa i vecchi
si guardano negli occhi;
si alza, nel mantello consumato,
bastone da pecoraio in mano,
si alza Francesco Vona
allarga le braccia, dice:
“Straniero, che tu sia benedetto,
ma tu vedi che noi moriamo.
Non disse altro e si sedette.
A Francesco rispose lo straniero:
“I nostri antenati dissero:
Sparga l’uomo il seme
dello spirito, qualora abbia finito
spargere la semenza della carne.”
“Non hai tu letto
il profeta Ezechiele
che nel campo delle ossa
le ossa rivestiranno la carne?”
Così dunque io vi rispondo:
“Io non so leggere le carte
scritte.”
Così lo straniero raccontò
Ciò che dice Ezechiele nelle
Scritture.
Ascoltandolo, i vecchi
cuori coperti di stracci
palpitavano come rinnovati
sotto l’albero del villaggio.
L’immortale sole sorrideva,
soffiava un dolce venticello
dalla parte di Santa Caterina
dove riposavano gli avi.